FAQ

Spesso il paziente si trova impreparato di fronte ad alcune terminologie utilizzate frequentemente nell’ambito dentistico. Per questo abbiamo raccolto un breve elenco di domande e risposte scelte tra quelle che i nostri paziente più frequentemente ci pongono.

Essendo l’unico mezzo per rimuovere la placca fra un dente e l’atro il filo interdentale è un mezzo insostituibile.
Dipende da molti fattori. Il principale è senz’altro la cura e l’attenzione con cui il paziente esegue l’igiene orale domiciliare. Sarà quindi l’odontoiatra a stabilire la frequenza necessaria dell’igiene in studio. Inoltre i pazienti parodontopatici necessitano di una terapia di mantenimento con sedute frequenti.
L’alitosi cioè l’alito cattivo può essere dovuto per esempio a: disturbi gengivali, carie, disidratazione, disturbi digestivi causati da una cattiva alimentazione, consumo di alcolici, fumo ed alcune malattie sistemiche. Svegliarsi la mattina con l’alito cattivo è dovuto soprattutto alla disidratazione, perchè durante il sonno il metabolismo rallenta, il flusso di saliva diminuisce quindi gli acidi e altri residui subiscono un processo di putrefazione. Per questo prima di coricarsi è molto importante lavarsi con cura i denti e usare il filo interdentale.
I batteri presenti nel cavo orale ed in modo preminente nelle tasche parodontali causano alito maleodorante che è tra i primi sintomi avvertiti dal paziente parodontopatico.
Il sanguinamento gengivale è la prima manifestazione di infiammazione causata dell’accumulo di placca batterica.
Il granuloma è una reazione infiammatoria che l’organismo mette in atto per contrastare le tossine che i batteri producono. E’ detto granuloma apicale quello che si presenta all’apice della radice di un dente. Il granuloma può sfociare in ascesso.
Il parodonto è costituito da tutti i tessuti che circondano il dente e che lo tengono attaccato al tessuto osseo. Specificamente sono:gengiva, legamento parodontale, cemento radicolare ed osso alveolare.
E’ la malattia un tempo conosciuta con il nome di Piorrea. Colpisce i tessuti che tengono ancorato il dente all’osso, che sono il legamento parodontale,il cemento radicolare e l’osso alveolare, definiti comunemente “parodonto profondo”. La malattia colpisce anche il “parodonto superficiale”, ossia le gengive.
Un’accurata anamnesi è il mezzo primario per identificare un probabile paziente parodontopatico. Oltre a ciò le radiografie ed alcuni esami specifici di laboratorio coadiuveranno lo specialista al momento della visita.L’esame nella bocca del paziente verrà eseguito con una sonda parodontale che rileverà e la presenza di eventuali tasche parodontali e quindi la parodontopatia,
La malattia parodontale è silente o asintomatica.Il paziente può tuttavia, essendo attento ad alcuni “segnali”, accorgersi del suo insorgere: sanguinamento allo spazzolamento, alitosi, regressioni gengivali che espongono i colletti dei denti, flogosi gengivale, ipersensibilità dentale, mobilità dei denti.
E’ uno spazio che si forma fra dente, osso e gengiva in cui tartaro e placca batterica si depositano aggravando il consequenziale riassorbimento osseo.
Essendo la parodontite un’infezione batterica, e potendo i batteri entrare nel circolo ematico, possono aggravare determinate cardiopatie come le malattie coronariche e le endocarditi infettive.
Si, in quanto il diabete compromette le capacità di difesa dei tessuti. Per esempio il diabete mellito è uno dei maggiori fattori di rischio per l’insorgere della parodontite.
Spesso i pazienti portatori di protesi mobili totali sono costretti ad utilizzare la pasta adesiva per far si che la loro dentiera stia ferma. Il problema maggiore è che l’ effetto della pasta adesiva dura solo qualche ora e non tutto il giorno, quindi nell’arco di una giornata i pazienti sono obbligati ad impiegarla più volte ed è per questo che la maggior parte di loro deve viaggiare portandosi dietro i vari tubetti di creme adesive. Fortunatamente ai giorni nostri circa il 95% degli utilizzatori di pasta adesiva possono dar fine al loro calvario grazie agli impianti.
Questa branca dell’odontoiatria si occupa della riabilitazione protesica tramite radici artificiali, di solito in titanio, che possono sostenere denti singoli, ponti a più elementi dentari o protesi complete per intere arcate dentali.
Durante l’intervento il paziente è sottoposto ad anestesia, di conseguenza non avverte alcun tipo di dolore. Nelle ore successive potrà ovviare all’eventuale dolore con un banale analgesico.
Specificando che il paziente che si è sottoposto ad un intervento d’implantologia orale dovrà essere particolarmente attento alla sua igiene orale domiciliare e professionale e che non dovrà esimersi dai periodici controlli del dentista, l’impianto potrà durare per decenni.
Di per sé no, anche se è necessario valutare caso per caso, soprattutto in riferimento a possibili malattie croniche che invece possono rappresentarlo. Il dentista è in grado di valutare l’idoneità di un paziente anche con una semplice anamnesi.
I tempi di intervento sono attualmente ridotti a circa 15 minuti per impianto, cosa molto gradita ai pazienti i quali giungono con una serie infinita di pregiudizi, a volte instillati da amici che hanno subito interventi dolorosissimi durati ore.
Non ci sono dubbi che se ha osso in quantità sufficente l’impianto ha molti più vantaggi rispetto al ponte.
Si utilizza l’anestesia locale è la stessa anestesia che viene utilizzata sui bambini per le estrazioni dei denti di latte.
I vantaggi sono diversi, ma per il paziente quello più importante è sicuramente il fatto che l’inserimento dei denti può avvenire subito nella stessa seduta in cui si inserisce l’impianto o a poche ore di distanza.
)In tutti i paesi poveri i prezzi sono più bassi rispetto ai paesi più evoluti come ad esempio l’Italia, la Germania, la Francia ecc. sono più bassi gli stipendi, le tasse, il costo delle case, è più basso il costo della vita in genere. Inevitabilmente essendo poche le risorse economiche che arrivano da quegli stati grazie alle tasse anche le istituzioni pubbliche come le università ne risentono e quindi i laureati che usciranno saranno inevitabilmente meno preparati rispetto ai loro colleghi che hanno studiato nei paesi economicamente più avanzati. La stessa cosa accade per le istituzioni pubbliche che fanno i controlli (ASL, Comuni ecc.) mentre ad esempio per aprire e per mantenere aperto uno studio dentistico in Italia occorre rispettare giustamente numerose e rigide regole, nei paesi depressi i controlli quando ci sono, sono molto meno rigidi. Altro fattore di non poco conto è la lingua e la distanza perchè in caso di problema se telefonate e a rispondere non vi è un interprete nessuno vi capirà, poi occorre fare migliaia di km per fare una semplice visita e altri migliaia di km per le cure. Si, forse all’estero si risparmia, ma ne vale veramente la pena? E poi come fate a sapere se i medici esteri sono davvero laureati? In Italia per sapere se un dentista Italiano è laureato basta telefonare all’ordine dei medici provinciale.

 

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